La vendetta di Mara | Estratto | Artisti di Borgo
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La vendetta di Mara

Carmela Tuccari e Carmela Tuccari

  1. Il nevischio, che continuava a cadere a intermittenza fin dal mattino, dava l’idea dello zucchero a velo che si spolvera con il colino sulle ciambelle e sui dolcetti.
  2. Aveva coperto i tetti delle case, ma la neve non era “quagliata” sulle strade. Il Borgo, accoccolato per tre quarti sul costone dell’antica rocca affacciata sull’Alcantara, “tra lusco e brusco” si presentava in tutto lo splendore di una cartolina illustrata.
  3. Attaccarsi alle tradizioni significava esorcizzare la paura, la fame, la miseria. Per quell’anno il rituale antico s’era concluso. Albeggiava appena. Il freddo era secco e tagliente, il silenzio innaturale. Era il dicembre 1945.
  4. Il colpo esplose improvviso e il rumore si propagò sotto il cavalcavia che univa le due ali di un palazzo signorile con la sua facciata ottocentesca tinteggiata di rosa e abbellita di fregi in pietra bianca, prospiciente sulla strada principale mentre la parte posteriore era proiettata sulla stradina scoscesa e tortuosa dove il piano terra diventava, a seconda del dislivello, un secondo o un terzo piano.

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