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La vendetta di Mara
Carmela Tuccari e Carmela Tuccari
- Il nevischio, che continuava a cadere a intermittenza fin dal mattino, dava l’idea dello zucchero a velo che si spolvera con il colino sulle ciambelle e sui dolcetti.
- Aveva coperto i tetti delle case, ma la neve non era “quagliata” sulle strade. Il Borgo, accoccolato per tre quarti sul costone dell’antica rocca affacciata sull’Alcantara, “tra lusco e brusco” si presentava in tutto lo splendore di una cartolina illustrata.
- Attaccarsi alle tradizioni significava esorcizzare la paura, la fame, la miseria. Per quell’anno il rituale antico s’era concluso. Albeggiava appena. Il freddo era secco e tagliente, il silenzio innaturale. Era il dicembre 1945.
- Il colpo esplose improvviso e il rumore si propagò sotto il cavalcavia che univa le due ali di un palazzo signorile con la sua facciata ottocentesca tinteggiata di rosa e abbellita di fregi in pietra bianca, prospiciente sulla strada principale mentre la parte posteriore era proiettata sulla stradina scoscesa e tortuosa dove il piano terra diventava, a seconda del dislivello, un secondo o un terzo piano.
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