IRIS BLU | Estratto | Artisti di Borgo
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IRIS BLU

Carmela Tuccari

21 Marzo 2058 "Il braccio meccanico del Robot telecomandato introdusse da una fessura della porta il vassoio della prima colazione nella stanza n° 7 come in tutte le altre. Un'ora dopo sullo schermo della sala di controllo appareve la scrcritta: Stanza n° 7 P.N.C. (pasto non consumato).

..... Quella mattina Matilde si era svegliata prima del solito. Dai doppi vetri della porta-finestra , attraverso le bianche doghe delle grate, si scorgeva una virgola di luna. Albeggiava appena.Si ricordò che quello era il giorno del suo compleanno. Novanta primavere dal suo primo vagito all'alba del 21 marzo del 1968. L'anno della contestazione giovanile degli studenti che, con il fenomeno lievitato negli Atenei d'Europa, avrebbe modificato radicalmente la fisionomia di quella società contadina dilaniata e immiserita dalla guerra...

... Guardò ancora fuori quel poco che le era dato di vedere e desiderò di poter sentire, almeno un'ultima volta, il profumo della primavera incipiente nel giardino della super-tecnologica struttura, che senza tanta fantasia era stata denominata "Villa Serena", ma la serenità era solo la sua rassegnazione.

... Senza quasi rendersene conto Matilde si ritrovò a percorrere una strada sconosciuta. Svoltò lungo un viale fiancheggiato da alberi quasi privi di foglie, dove i pochi passanti che

andavano di corsa, il volto coperto da una mascherina verde, sembrava parlassero da soli...

...... L'elicottero in ricognizione plano silenziosamente al centro dello spiazzo più grande del Parco.

I due sorveglianti scesero e si avvicinarono alla sagoma scura seduta sulla panchina.- E' morta - disse il primo. - Forse è una di quelle vecchie dell'ospizio di lusso - ipotizzò l'altro - Ma quello è più un carcere di sicurezza! - replicò il compagno, e agginse - doveva essere bella da giovane -.

La Tilde, il capo piegato su una spalla, il volto sereno e disteso, un sorriso di compiacenza sulle labbra sottili, sembrava prendersi gioco di loro.

Fra le dita ossute stringeva ancora il lecca-lecca con i colori dell'arcobaleno, dono di una bambina dal volto d'ebano.

Nessuno avrebbe mai saputo come aveva trascorso la sua giornata di libertà". C. T.

 

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