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INTERVISTA ALL’ARTISTA ANGELA PISANI di Lorenzo Monteleone

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Diario Irsinese

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INTERVISTA ALL’ARTISTA ANGELA PISANI di Lorenzo Monteleone

Qual è il nome del suo laboratorio?Il nome del mio laboratorio è Iris, IRIS LAB dedicato alla Dea dell’arcobaleno.Quando e in che modo è nata la sua passione per l’arte, in particolare per la ceramica e la pittura?La passione per l’arte, per la pittura credo sia nata con me.
Nasce con me.
Diventa subito un luogo fisico, uno spazio mentale che si realizza da capo ogni giorno…Scelgo cosi di iscrivermi al Liceo Artistico statale di Matera, dove ho la possibilità di mettere a nudo la mia irrefrenabile voglia di essere, di mutare le intenzioni in energia e colore, un equilibrio costante di scambio e di dialogo con me stessa.
Divento mamma in giovanissima età, subito dopo la maturità artistica e scelgo di non continuare gli studi per dedicarmi al felice ruolo di genitore.
Ho dunque avuto tempo per pensare e ho sempre pensato che creare, dipingere era come vivere due volte e che nessun luogo fosse davvero così lontano, proprio come i sogni… Secondo il mio diploma sarei dovuta “diventare” e non essere uno scultore o architetto…ma la mia grande passione è sempre stata la pittura…e la pittura su ceramica poi mi ha salvata.
Mi innamoro della ceramica nella primissima vacanza con mio marito e i miei due figli in una località di mare, nel Cilento.
Mi innamoro della pennellata viva, materica, del calore del forno in piena estate, della lucentezza e delle imperfezioni, della pazienza, delle mani laboriose (come quelle che ero solita cantare ai miei figli) e di come la parte artistica poteva unirsi a quella imprenditoriale; mi innamoro della libertà e di essere Angela Pisani in veste di artista.
Da lì, decido di intraprendere questo fantastico viaggio, un amore a prima impronta.Cos’ è l’arte per lei?Alla domanda l’arte cos’ è per me, rispondo semplicemente: “Andare oltre l’apparenza delle cose, sentire e vibrare, guardare, con gli occhi stracolmi di sogni, la bellezza in ogni sua forma, poter esprimere pensieri.
È tutto ciò che nasce da un pensiero, è un sentimento sincero…”.Mi può esporre il suo “curriculum” di artista?Nel 2002 conseguo la Maturità Artistica presso il Liceo Artistico Statale di Matera.
Nel 2013 divento imprenditrice e titolare del laboratorio artistico IRIS LAB.Il suo laboratorio è una realtà.
Ha trovato difficoltà nel realizzarlo?Decidere di diventare una realtà in un piccolo paese non è stato semplice e non lo è tutt’oggi.
Aprire un’ attività o un laboratorio dove vi sia assenza di quel prodotto o servizio può garantire una clientela certa e fidelizzata, oppure no.
Non ho mai fatto indagine di mercato se non prima di divenire beneficiaria del microcredito per l’acquisto di strumenti fondamentali.
Una somma importante da restituire per tempo concordato con la Regione Basilicata, ma che nel frattempo mi aiutasse con l’avvio tanto desiderato.
Nessuna risorsa per l’imprenditoria femminile…no, mai purtroppo.
Capisco fin da subito che “Aprire un'attività” nasconde sempre dei rischi; comporta rinunce, tempi lunghi per la burocrazia, sacrifici; ti ritrovi lo stato come socio di maggioranza…ma ti onora e puoi riconoscere una identità e dignità al tuo lavoro.
Diventi una piccola risorsa per il borgo e provi orgoglio.
Diventi motivo d’ispirazioni per tanti giovani.
Aprire in un piccolo paese, dove non esiste cultura simile se non ritrovamenti di maioliche a carattere religioso o con un'età media molto avanzata o dove le priorità da parte della donna sono cambiate, dove non c’è grande affluenza di turisti, può risultare fallimentare ancora prima di iniziare mi sussurrava qualcuno, ma insieme alla grande fiducia di mio marito e la pazienza dei miei figli e alla mia irrefrenabile voglia di fare arte…decido di aprire.
Sicuramente abbiamo fatto un attento studio delle attività già presenti per poter garantire unicità e sperare in sinergie tra le stesse così da offrire al paese un prodotto, un servizio nuovo.
È stato un progetto creato per ispirare nuove abitudini e attitudini, ottimismo, coraggio, originalità.
Un laboratorio con vetrine, un progetto immaginato, coltivato con il cuore.Le sue opere artistiche vengono apprezzate e acquistate solamente da clienti locali o varcano confini extra regionali?Nell’ ultimo periodo, soprattutto legato alla pandemia, i canali social hanno migliorato i risultati della mia impresa in termini di vendite extra regionali: Valle d’Aosta, Sicilia, Toscana… I social hanno ottimizzato la comunicazione; sono una vetrina sul mondo perché da semplice mezzo di comunicazione si sono trasformati a potenti strumenti di interazione, empatia.
Una naturale viralità con immagini video e una comunicazione non convenzionale coinvolge il pubblico.
Un altro aspetto importante per la mia vendita è il passaparola, infatti i social sono reti di persone in cui si cambiano feedback e recensioni.
Resta fondamentale però garantire qualità, offrire un prodotto e un servizio eccellente, sicuro e una post vendita di scambi e confronto.Ci sono delle sue opere a cui è più affezionata e perché?In realtà sono affezionata un po’ a tutti i lavori perchè ogni volta l’azione di pittura, intesa come espressione, è nutrimento, è motivo di crescita.
Ogni lavoro ha un che di terapeutico.
A volte il lavoro nasce dalla generosità della natura, dell’amore, dai complimenti dei clienti quando mi dicono: “Le tue opere mi fanno stare bene”.
Sono certo affezionata anche alla fase di progettazione e installazione poi.
Ogni lavoro porta con sè un pezzo del mio cuore, un pezzo della mia vita.Quali sono i temi preponderanti che rappresenta di più nei suoi manufatti di ceramica e nelle sue opere di pittura?I temi che solitamente rappresento sono frutto della quotidianità.
Sono stata fortemente legata, fin dai primi studi, all’arte figurativa, ma quella che più mi rappresenta e che adoro è la pittura astratta perchè mi dà la possibilità, la libertà di negare la realtà (infatti esiste già l’arte della fotografia che rappresenta e immortala la realtà) per esaltare i sentimenti attraverso forme linee e colori unici dettati dall’impulso di una canzone, uno stato d’ animo.
È una sorta d’incontro tra me e il mondo.
Amo quando ogni persona interpreta i miei pezzi a modo suo, inserendoli nel suo personalissimo quotidiano.
Non ricerco mai la perfezione della forma e nel colore nel caso della ceramica: per me ogni pezzo deve avere i suoi difetti, così come ogni persona ha i suoi.
Ogni oggetto di ceramica poi racconta un storia, soprattutto se legato ad una commissione.
Quindi il tema anche lì è dettato dal cliente che spazia dalla poesia al territorio…Quali soni i colori che le piacciono di più e che usa in modo più preponderante?Amo tutti i colori anche se ho un colore preferito nascosto! (Sto sorridendo).
Basti pensare a quante volte ho colorato i miei capelli in modo bizzarro! Oggi sono celeste mare.
Proprio perchè garantisco un lavoro personalizzato non uso un colore in particolare.
Ho studiato che le persone prendono una decisone nei primi 90 secondi di interazione con un prodotto o con un’altra persona e la maggior parte delle volte tale decisone dipende dal colore.
(Sono cliente anch’ io nella vita…).
Credo fortemente che il colore sia l’unica forma in grado di cambiare la realtà…immaginiamo il cielo verde e il prato celeste… ti immagini se il sole fosse blu e le margherite nere… È importante la psicologia dei colori.I suoi oggetti quali emozioni vogliono trasmettere?Siamo abituati all’equazione Arte=emozione.
Non per me; lo scopo della mia arte, del mio fare artigianato è sicuramente suscitare curiosità e pensiero.
Le parole non dette.
La mia arte insegna ad avere un proprio pensiero, un proprio stile dettato dunque dalla mia personale conoscenza, dalla mia personalissima sorgente di emozioni.
L’emozione del cliente, del passante, del turista … sarà solo una conseguenza.Grazie al Diario Irsinese per l’intervista.Complimenti ad Angela Pisani dalla redazione del Diario Irsinese, con l’augurio che possa realizzare sempre al meglio la sua alta professionalità.

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