Il dono di un Rollate | Estratto | Artisti di Borgo
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Il dono di un Rollate

Roberta Grubelli

IL DONO DI UN ROLLATE

 

La neve scendeva ininterrottamente da diverse ore, i lampioni illuminavano i fiocchi che delicatamente si posavano al suolo e sui tetti delle case. Sappada era rimasta isolata dagli altri paesi. Una perla in mezzo alle dolomiti, un luogo fuori dal tempo. La cima del Sierra svettava fiera nel cielo notturno.

Il manto bianco avvolgeva la vallata, mentre l’imbrunire avanzava velocemente da dietro le imponenti montagne. Poche anime in giro, il silenzio dominava, si percepiva appena lo scricchiolio dei passi di qualche viandante che, incuriosito dall’abbondante nevicata, voleva lasciarsi ammaliare da quell’incanto. L’aroma intenso della legna che ardeva era una fragranza ben nota ad Anton, era il profumo di casa, l’unica cosa certa che gli era rimasta dopo la pandemia. Aveva perso il lavoro e temeva per il suo futuro.

Era uscito a fare due passi, attratto da quella balsamica oscurità, e si era imbattuto in una danza di fiocchi. La bocca spalancata come quando era bambino, per assaggiarli come fossero caramelle: punzecchiavano sulla lingua e la solleticavano, gli mancava la serenità della fanciullezza. Il bar alla Rustica era aperto, decise così di recarcisi per sorseggiare del buon vino prima di rientrare a casa. C’erano i soliti amici del Borgo, avvezzi al ritrovo prima di cena. Anton era taciturno quella sera, come se presagisse qualche strano evento. Dopo la passeggiata lungo le viuzze del paese, aveva sentito un richiamo, quasi una nenia. Ma non aveva dato troppa importanza a quelle voci.

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