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Il Dono

Simona Tomaino

Pioveva.

Era una di quelle notti in cui gli acquazzoni primaverili scuotevano con violenza gli alberi e ne gettavano a terra i teneri fiori appena sbocciati, creando sul selciato una coltre umidiccia e scivolosa.

I pioppi, sferzati dal vento, facevano una strana danza, come streghe attorno a un falò.

Giulia si strinse ancor più nel mantello fradicio e cercò riparo sotto all’arco di una delle abitazioni lungo la via che dalla torre civica portava al castello, guardando le pesanti gocce abbattersi con violenza sui cubetti di porfido.

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