ALESSIO DI PALERMO
Patrizia Manni
L'incontro con ALESSIO
Andavo al lavoro stamattina. Ho trovato un posto libero vicino ad un giovane uomo che aveva in braccio un bambino biondo, bellissimo. Pochi minuti mi sono bastati per capire che, se pur vivace, il piccolo era particolarmente sveglio e assorbiva tutte le informazioni da quella che si capiva essere una esperienza nuova per lui. Dopo qualche battuta tra madre e padre, si alza e mi si siede di fronte, vicino alla mamma. Sono palermitani, la madre me lo dice abbassando lo sguardo: il figlio ha anche una grande sensibilità, come lei.
Inizio a parlare con loro: si chiama Alessio, ha appena terminato la 3a elementare, è la prima volta che vede Roma ed è il 4° giorno che la vive, domani ripartiranno. Inizia a scherzare con me ma mi esprime curiosità su Roma. Alessio è rimasto colpito da Piazza Navona e vuole tornarci prima di ripartire. Scendiamo insieme, mentre parliamo di bus coi genitori, mi viene in mente di suggerire alla madre ( il padre è al telefono), di andare lì vicino, salire sulla grande scalinata di S.Agostino e portare Alessio a vedere una delle opere più importanti di Caravaggio. Alessio mi viene vicino e mi guarda attentissimo, mentre gli descrivo l'immenso quadro che a me ha cambiato la vita. In due minuti gli parlo della luce, della Madonna bellissima e del Bambino che sembra lui più piccolo...poi passo ai piedi sporchi dei pellegrini, alla discussione coi preti committenti... Il bambino, tra la folla che ci circonda, mi ascolta attentissimo, inarca le sopracciglia e poi mi sorride, mentre gli parlo della ricchezza, della povertà e del messaggio che si trova nell'immensa tela. Mi accorgo di essermi emozionata e di avere le lacrime agli occhi...intorno a noi c'è immenso rumore: scale mobili, ressa, annunci ma io non sento più niente e vedo solo questi occhioni azzurri, sotto a sopracciglia bionde, lievemente rossicce...penso alle storie su Corradino, ai siciliani e mi dispiace di non poter accompagnare quel bambino di fronte alla tela. Tutto avviene in pochi minuti, secondi. Infine concludo con un saluto e gli mando un bacio; mentre la mamma lo tiene per mano e fa per salire sulla scala mobile, lui la lascia, abbassa il capo, allarga le braccia, sta per abbracciarmi quando dice:
"Ah, sì, non si può"...
Tutti e tre sappiamo che il covid ha lasciato questa modifica al nostro comportamento...
Guardo la madre e poi lui:
"Alessio, avrei voluto tanto farlo io, come hai capito??"gli dico.
La madre allora sorride, sdoganando l'atto, negli occhi del bambino vedo tante cose: entusiasmo, gratitudine e sensibilità, mi abbasso di poco e mi viene tra le braccia. Un bambino di 8 anni che non vedrò mai più e non conoscevo, mi ha abbracciato così forte che so che quel quadro sarà andato a vederlo. L'ho abbracciato forte anch'io, ho sentito il suo cuoricino battere ed il suo respiro, gli ho passato la mano tra i capelli e lui m'ha accarezzata, dandomi un ultimo bacio sulla guancia. Il padre al telefono ci guardava a distanza, con aria interrogativa. Madre e figlio si sono ripresi per mano e mentre salivano sulla scala mobile, Alessio mi lasciava il suo sorriso illuminatissimo. Un incontro così forte che ha segnato la giornata e stasera so che è stato un incontro di spiritualità che resterà raro...un impatto così profondo con un piccolo essere non lo avevo mai avuto. Da stasera, Alessio di Palermo, sarà tra le presenze più belle che la Vita mi ha donato e porterò quella purezza vivace del suo sguardo finché avrò respiro. AUGURI, PICCOLO UOMO.