"Carusi di miniera"
Tania Anastasi
Compare Cirino lo affidò a un altro ragazzino raccomandandogli di non fargli appizzare u sceccu cu tutti i carrubbi e di istruirlo a dovere sul da farsi. Anche questo caruso era uno di quelli che portavano il carico su per i cunicoli, ed era talmente magro che quasi si potevano contare tutte le ossa del costato. Aveva occhi enormi, labbra dove sporgevano dei bianchi denti che mal si accostavano al viso sporco e smunto; il corpo era deforme, i muscoli delle cosce sembravano enormi in confronto al corpo esile, era piegato leggermente in avanti come se avesse un peso sulle spalle e ancora ansimava per la fatica che aveva fatto nel portare fuori dalla cava quel cesto pieno di pietre che si era caricato sulle spalle, troppo grande e pesante per quel corpo.