Queste tre storie apparentemente slegate l’una dall’altra ripercorrono il tratto della vita, che ogni giorno esploriamo e di cui siamo protagonisti. Il testo si sofferma sull’aspetto energizzante ed evanescente di essa; potremmo testimoniare tutti di aver avuto momenti in cui ci ogni cosa ci è apparsa possibile, ma anche momenti in cui è prevalso lo sconforto. Io ho espresso in questo testo quello che per me rappresenta la vita, la morte e “i miracoli”. La vita è l’essenza ̶ come un fiore di ibisco che rappresenta l'incanto fuggevole di un istante ̶ dell’amore, è quell’attimo in cui ci si innamora, quando il mondo ci appare più buono, perdonabile, in cui sorvoliamo sui contrasti, e solo per il fatto che qualcuno o qualcuna, sia riuscito a toccare le corde della nostra anima. Un caffè sospeso, la prima storia di cui è composto il testo, vi racconterà quando e in che modo l’amore ha possibilità di resiste, e forse, se vogliamo, si può considerare un suggerimento, un consiglio, o una ricetta magari, perché l’emozione per quell’amore resti eterna, anche in solitudine; incontestabile che il ciclo della vita ci accompagna al giorno del commiato, quello dell'ultima latet, l'unica forma concreta di vita che irrompe. Ed è Nel cuore di Marzo il resoconto di ogni cosa; ma tra la vita ̶ che io chiamo amore ̶ e la morte avvengono tante cose che non dovrebbero, non possono essere tralasciate, per dignità, e per il rispetto che abbiamo verso noi stessi. L’ho raccontato in una storia in lingua napoletana Attaccàteve 'o tram. La vicenda si svolge in un quartiere della mia Napoli, Ai Miracoli. E sono gli unici miracoli in cui riesco a credere.